Riconoscere la disinformazione: un approfondimento

immagine con giovani con espressioni stranite e la scritta Sai riconoscere la disinformazione?

(22/04/25) Sai riconoscere la disinformazione? La disinformazione può minare silenziosamente la democrazia, erodendo la fiducia nelle elezioni, nelle istituzioni, nella conversazione pubblica e nei cittadini.
Dietro alla disinformazione, alla manipolazione delle informazioni e alle fake news si nascondono delle strategie pensate per ingannarci. Di seguito 6 consigli e pratiche, ispirati dai video realizzati dal Parlamento europeo sul tema, che ci possono aiutare a difenderci da chi vuole trarci in inganno.

1. Giocare sulla componente emotiva
Chi manipola la disinformazione spesso usa contenuti che suscitano forti emozioni come rabbia, paura o entusiasmo, perché questi coinvolgono di più rispetto ai semplici fatti. Quando navighiamo online e incontriamo questo tipo di contenuti, siamo spinti ad agire e condividere, spesso senza verificarne la veridicità, diffondo così la disinformazione. Questi contenuti non sono sempre negativi, ma possono ostacolare il pensiero critico, portandoci a reagire d’istinto. In alcuni casi, l’obiettivo può essere minare la fiducia nella democrazia o nelle istituzioni. Per difendersi, è utile:
– diffidare di contenuti che provocano forti emozioni;
– essere cauti con le immagini o i video, in quanto potrebbero essere dei deepfake creati con l’IA;
– mettere in dubbio ciò che si legge o vede, soprattutto se appare troppo bello o troppo brutto per essere vero;
– basarsi sui fatti, anche se meno accattivanti.

2. La trappola della polarizzazione
La democrazia si fonda sul dibattito e sullo scambio di opinioni, si presentano le proprie argomentazioni e si ascoltano quelle degli altri per trovare soluzioni a problemi comuni. Tuttavia, i dibattiti possono essere manipolati attraverso la “tattica della polarizzazione” che fermenta e amplifica le opinioni estremiste, eclissa quelle moderate, sottolineando la diversità tra le parti e rendendo difficile o impossibile trovare compromessi o soluzioni. L’obiettivo della polarizzazione è quello di paralizzare il processo democratico, seminare divisione e trasformare i cittadini in nemici.  Per evitare di cadere in questa trappola si deve:
– evitare dibattiti o discussioni dominate da idee estremiste o retoriche aggressive;
– insistere sul dialogo, sulle sfumature e sul compromesso;
– parlare con chi ha opinioni diverse dalle proprie, mostrando interesse senza pregiudizi, cercando punti d’incontro.

3. Invadere lo spazio informativo attraverso il “flooding”
Vi è mai capitato di sentirvi confusi di fronte a molte versioni diverse e contraddittorie della stessa storia? Questo è il “flooding”, una strategia di disinformazione che mira a generare confusione, dubbio e indifferenza.
È usata spesso durante crisi, disastri o periodi elettorali.
Chi manipola le informazioni inonda i social media con bot o troll, diffondendo una grande quantità di messaggi per controllare le conversazioni e zittire voci scomode. A volte, versioni contraddittorie arrivano perfino dalla stessa fonte, alimentando l’incertezza e scoraggiando le persone dal cercare la verità.
Quando si mette in dubbio l’esistenza di fatti oggettivi, la fiducia nei media e nelle istituzioni democratiche può crollare. È giusto avere uno spirito critico, ma mettere in discussione anche le notizie fondate su dati concreti favorisce confusione, apatia e sfiducia. Per contrastare questa strategia:
– affidarsi a fonti verificate e di qualità;
– condividere contenuti affidabili;
– dare priorità all’accuratezza e non alla velocità;
– cercare di non cadere nella trappola della apatia e della passività.

4. Sfruttare l’inclinazione alla conferma
Tendiamo a fidarci delle informazioni che confermano le nostre convinzioni, un fenomeno chiamato “bias di conferma”. Le tecnologie moderne, come l’intelligenza artificiale, rendono facile creare contenuti mirati per gruppi specifici, sfruttando i dati personali raccolti online, questo può renderci vulnerabili alla disinformazione, perché abbassiamo la guardia quando un messaggio si allinea ai nostri valori o alle nostre paure.
Le nostre convinzioni possono diventare “zone cieche” che ci impediscono di analizzare i contenuti in modo obiettivo. Per proteggerci dobbiamo:
– riconoscere i nostri pregiudizi;
– esaminare attentamente anche le informazioni che sembrano giuste;
– fermarsi, verificare e riflettere prima di condividere.

5. Distorsione del contesto
La disinformazione non si limita a notizie false o foto ritoccate: spesso consiste nel presentare fatti o informazioni vere fuori contesto. Chi vuole manipolare non ha bisogno di inventare storie, può distorcere la realtà usando contenuti autentici in modo fuorviante o in un contesto differente, sfumando così il confine tra verità e menzogna. Anche una verità parziale può essere usata per trasmettere un messaggio fuorviante, il che rende più facile cadere nell’inganno quando le fonti sembrano affidabili. Per difendersi, si suggerisce di:
– prestare attenzione ai contenuti che traggono conclusioni generiche;
– verificare le fonti ufficiali;
– controllare sempre il contesto originale e resistere all’impulso di reagire subito;
– assicurarsi che il messaggio rifletta l’intero gruppo e non solo un membro.

6. Silenziare le voci critiche
La libertà di parola è un diritto fondamentale della democrazia. Tuttavia, alcune organizzazioni cercano di manipolare il dibattito pubblico per indebolirla cercando di silenziare le voci critiche. Silenziare le opinioni critiche significa distogliere il dibattito democratico attaccando le voci e le opinioni non gradite di figure pubbliche, giornalisti e altri gruppi; tale strategia può assumere diverse forme come l’utilizzo di troll o bot per inondare i social media con insulti, attacchi personali o minacce, o l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la creazione di deepfake finalizzati a mostrarli sotto una luce negativa. L’obiettivo è scoraggiare queste persone dal partecipare al dibattito pubblico, portandole all’autocensura. Quello che possiamo fare è:
– offrire supporto a chi è attaccato;
– limitare la diffusione dei contenuti che cercano di manipolarci;
– insistere sul rispetto e difendere il diritto di esprimere opinioni, anche se non le condividiamo;
– non attacchiamo le persone per la loro identità o aspetto;
– rifiutare il linguaggio d’odio segnalando le minacce e i comportamenti offensivi: non è libertà d’espressione, ed è punito dalla legge.

(a cura della tirocinante Europe Direct Jijia Zhou)

Ultimo aggiornamento: 21/05/2025, 10:51

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